In queste ultime settimane, Andrea ed io abbiamo deciso di affrontare quello che da due estati avremmo voluto fare senza riuscirci: sistemare la nostra scuola di musica di Forlì!
“Sistemare” non è il verbo giusto probabilmente, un po’ troppo generico, ma per noi dà l’idea di un restyling completo che comprende il disfarsi di cose vecchie e inutili, il riordino, la pulizia, il ridipingere le pareti, la riorganizzazione degli spazi.
Per prima cosa abbiamo eliminato tanta carta, troppa! È incredibile la quantità di carta che si accumula!
Tra vecchi documenti, progetti, volantini, materiale che avevo archiviato ma che non ho mai riguardato, abbiamo riempito quasi 50 borse blu di Ikea… non so se rendo!
Mentre io eliminavo, Andrea revisionava gli strumenti musicali e l’attrezzatura delle aule; insieme poi abbiamo modificato la disposizione dei mobili e ottimizzato il materiale della scuola. Abbiamo la fortuna di avere uno spazio ampio, luminoso e bellissimo che ci permette di immaginarlo anche in modo diverso e così, dopo 15 anni di “Accademia InArte tutta bianca”, è giunto il momento di cambiare e di circondarci di colori!
Senza volervi svelare i colori che abbiamo scelto, per non rovinarvi la sorpresa quando tra pochi giorni verrete a trovarci, vi posso solo dire che la scala ha un colore caldo ed energico; l’ufficio mio e della Vale confortevole e delicato; la sala d’attesa e il corridoio offrono un colpo d’occhio riposante e gioioso.
Devo dire che questo cambio che si riassume con “più spazio e più colore”, mi dà un’energia pazzesca!
Quanto è fondamentale la cura degli spazi! “Cura” come un modo speciale di guardare al nostro mondo, in cui entriamo in relazione con i bambini, i ragazzi, gli adulti che accogliamo in Accademia.
Pensare agli spazi e pensare gli spazi, per me significa pensare al benessere psico-fisico degli allievi che frequentano la scuola e allo sviluppo delle loro potenzialità; devono saper accogliere le loro esigenze, devono farli sentire a loro agio perché è qui che scambiano esperienze con i propri compagni; devono essere spazi accoglienti, funzionali e familiari.
Credo che gli spazi siano un’importante risorsa educativa, pertanto li abbiamo strutturati pensando alle possibilità di apprendimento che offrono e alla qualità delle relazioni che possono svilupparsi all’interno di essi. Questo perché gli spazi possono favorire o impedire lo svolgersi di esperienze.
Appena si accede in Accademia, ci si trova di fronte ad una parete colorata in cui metteremo indicazioni della struttura: sulla sinistra le sale dalla 1 alla 7, sulla destra le sale più grandi dalla 8 alla 12, l’ufficio e il teatro.
La libreria rossa
Accanto all’entrata, vi è la libreria rossa che contiene i libri che ho amato e utilizzato nelle mie attività educative. Vi è un ripiano con i libri cartonati per i piccolissimi che accendono in Accademia, i bimbi da 0 a 3 anni; poi gli stupendi albi illustrati della mia collezione con storie mitologiche, classici della letteratura e altri più originali di illustratori contemporanei; subito sopra vi sono tre ripiani per i più grandi con libri sulla musica, i compositori, le esperienze che la musica favorisce come quella raccontata da Daniel Barenboim in “La musica sveglia il tempo”. Ho sempre amato offrire ai nostri ragazzi e ai loro genitori la possibilità di sfogliare libri belli e che ispirano.
Un colore, un'emozione
Il colore che abbiamo scelto per la sala d’attesa mi ricorda una persona speciale: Susanne Martinet, la grande ricercatrice e didatta della ritmica Dalcroze, e in particolare mi porta alla mente i meravigliosi corsi di espressione corporea che ho frequentato in Provenza, ah che bellezza! Un colore che mi riconnette ad esperienze ed emozioni straordinarie.
Da questa sala d’attesa si accede alle aule destinate alle lezioni individuali, alla musicoterapia e all’ampia sala 6 dove facciamo musica d’insieme, coro e si riuniscono le band. La sala 7 è diventata un piccolo ma funzionale ripostiglio: finalmente siamo riusciti a ricavare uno spazio organizzato per depositare le borse degli strumenti e gli attrezzi che usiamo saltuariamente!
Ritornando all’entrata e svoltando a destra, troviamo le sale più ampie per i corsi collettivi di chitarra, strumento a fiato, i corsi di avviamento alla musica per i bambini, ma anche l’ufficio – quartier generale di InArte – dove lavoriamo io e la Vale, poi la sala 11, quella enorme con il pavimento di legno e il pianoforte a coda in cui spesso si esibiscono i nostri allievi, per arrivare nel nostro amato teatro.
Il corridoio che porta al teatro ora ha una grande bacheca che sarà più visibile dato che di fronte ci sono le panche per i genitori che rimangono in attesa del proprio figlio.
Una biblioteca musicale
La sala 12 che chiamavamo “direzione”, dove era il mio studio, è stata trasformata in biblioteca e sala riunioni. Ho organizzato una biblioteca musicale con volumi preziosi per noi insegnati come i numerosi volumi del Dizionario della Musica e dei Musicisti dell’UTET, i numeri della rivista Musica Domani, la collana di didattica musicale dell’EDT, molti libri di musicoterapia, cinque ripiani con testi di tecnica e repertorio per violino – il mio strumento -, pianoforte, flauto e chitarra e varie enciclopedie sugli strumenti a percussione. Ovviamente anche gli studenti potranno accedere, non è certo vietato!
Gli spazi di un servizio educativo come il nostro sono luoghi in cui si vive, ci si incontra, si dialoga, luoghi di intimità, di narrazione, di costruzione di identità. E sono anche spazi che cambiano, si costruiscono e si decostruiscono in relazione a chi li abita, alla crescita degli studenti nel corso dell’anno, ai loro vissuti.
Andrea ed io abbiamo cercato di organizzarli in modo da rispettare tempi e bisogni dei ragazzi, ma adatti anche a docenti e genitori che devono trovare in essi luoghi che rispondano alla necessità di comunicare, confrontarsi, partecipare alla vita della nostra scuola.
Credo che gli spazi debbano essere costante oggetto di cura educativa, direi di attenzione e amore: ci vuole tanta manutenzione dei luoghi, così come dei materiali e degli strumenti che li animano e caratterizzano.
Deve essere uno spazio di qualità, in grado di rispecchiare la qualità dell’insegnamento che ogni giorno ci impegniamo ad operare qui all’interno.
Beh, noi ce l’abbiamo messa tutta.
Speriamo vi piaccia!
Ilaria Mazzotti
Direttrice di Accademia InArte